Cos’è il Brand Activism?
Perché se ne parla sempre più spesso?
Come posso anch’io metterlo in pratica?
Maria Pia Favaretto, docente, autrice, pubblicitaria, grande esperta di comunicazione, lo definisce come: “insieme di attività volte a promuovere processi di riforma ambientale, economica, politica e sociale con il desiderio di apportare miglioramenti nella società”.
Come sostengono Philip Kotler – il padre del marketing moderno – e Christian Sarkar nel libro “Brand activism: from purpose to action”, l’assumersi responsabilità in ambito sociale da parte di un brand e contribuire al bene comune, concorre a far prosperare l’impresa in futuro.
Oggi, il nostro panorama politico economico e culturale è fortemente scosso da:
- Politiche divisorie
- Cambiamenti climatici
- Coronavirus
- Crisi demografica
- Alti indici di disoccupazione
Si assiste quindi a un crollo di fiducia nelle istituzioni perché serpeggiano paura e frustrazione.
“L’aumento dello scetticismo verso le istituzioni tradizionali lascia molto spazio alle organizzazioni, e in particolare alle aziende che possono sviluppare una solida cultura interna.” Maria Pia Favaretto – La strategia di comunicazione nell’era post-digitale – 2020
Le nuove generazioni sono più politiche, più sensibili a istanze di lotta contro l’ingiustizia, alle tematiche Green e all’economia circolare.
L’approccio basato sull’USP (Unique Selling Proposition), modello teorico di funzionamento della pubblicità formulato nel secolo scorso da Rosser Reeves, nel quale l’azienda dice “sono brava a fare un prodotto o un servizio e ti dico perché”, oggi perde di valore e suscita meno interesse, non riuscendo a ingaggiare il proprio pubblico in una relazione di fiducia.
Le persone si aspettano che le marche riescano a guardare oltre il proprio profitto e possano contribuire a risolvere i problemi e le minacce del mondo in cui vivono.
Ancora Maria Pia Favaretto sostiene “l’attivismo di marca può anche essere descritto come una strategia di risonanza. I valori del brand sono allineati ai valori degli stakeholder. Il bene comune ne rappresenta l’istanza e l’obiettivo finale”.
Nel mondo attuale complesso e frammentato, le persone, spesso preda di ansia e paure, necessitano di nuovi punti di riferimento.
I brand che prendono posizione su temi di valore sociale riescono a diventare poli di attrazione.
Attenzione però a mettere in pratica ciò che si dice e ad essere coerenti, altrimenti si rischia di generare crisi reputazionali e minare la propria credibilità.